7 dicembre 2016

Ragazze Asperger

Ragazze Asperger Cari lettori, oggi tratteremo di un argomento poco approfondito, che solo di recente sta raccogliendo l’interesse di numerosi studiosi e clinici, ovvero il dilemma delle ragazze Asperger; dovete sapere infatti che lo stesso uomo che diede il nome a questo disturbo, ovvero Hans Asperger, era convinto che affliggesse solamente gli uomini, nonostante anche lui si dovette ricredere durante il corso della sua vita. Come abbiamo già detto in precedenza, a differenza degli autistici comunemente intesi, gli Asperger hanno un quoziente intellettivo nella media se non addirittura superiore, non hanno ritardi nello sviluppo del linguaggio verbale e non sembrano mostrare caratteristiche particolari evidenti a un primo sguardo. Da uno degli ultimi report dell’Interactive Autism Network è emerso che il rapporto che vi è tra uomini e donne Asperger è di circa 5 a 1; questa significativa sproporzione ha portato a ipotizzare che potrebbe non esistere una differenza di numeri, ma che semplicemente le ragazze Asperger siano meno diagnosticate. Da uno studio condotto presso l’università polacca di Danzica è emerso che bambine e bambini avevano lo stesso punteggio in test sui tratti autistici, sia in quelli compilati da loro stessi sia nei questionari compilati dai genitori, ma la cosa curiosa era che le bambine si rivelavano più brave nella comunicazione non verbale e nell’uso della gestualità, rendendo meno ovvi i sintomi tipici degli Asperger.



 Questa abilità è stata definita “effetto camouflage”, ovvero la capacità di nascondersi dietro ai comportamenti altrui, e può compromettere seriamente la diagnosi. Tony Atwood, psicologo clinico e docente presso la Griffith University, Australia, è un grande studioso delle così dette Aspie, e spiega che loro, non riuscendo ad essere spontanee nei rapporti sociali, tendono ad osservare i comportamenti altrui attraverso fiction e giochi di ruolo con le bambole per apprenderli, finendo per crearsi persino degli amici immaginari. Un altro motivo per cui si è ipotizzato che le ragazze Aspie siano meno diagnosticate deriva dal fatto che fin da piccole le bambine vengono istruite con l’idea che devono essere gentili ed empatiche con gli altri, e questo le porta ad essere più motivate ad adattarsi ai comportamenti sociali convenzionali; nonostante questo fin da una giovane età si sentono escluse dalla società, dal momento che portano avanti condotte che quest’ultima non capisce e che vengono bollate come strambe o addirittura maleducate. Un grosso passo avanti in Italia nel combattere l’isolamento e la solitudine provata da alcuni Aspie è stato fatto grazie a Erika Becerra, fondatrice di AspergerPride, la prima associazione italiana di self-advocacy che rivendica per gli Asperger la libertà di parlare per se stessi e far valere i propri diritti come persona, una community per far sapere a tutti coloro che soffrono di disturbo dello spettro autistico, e ai loro genitori, che non sono soli. (http://www.aspergerpride.it/aspie-kit-2016.html) Nonostante vi siano alcuni che mettono in dubbio l’importanza della diagnosi di certi disturbi, incluse alcune donne diagnosticate in età avanzata, numerosi studiosi ribadiscono che quest’ultima non è assolutamente da svalutare, dal momento che può aiutare molte bambine a superare la sensazione di stranezza, rifiuto e solitudine per giungere alla consapevolezza di appartenere una minoranza nella quale non sono però sole; inoltre la diagnosi deve essere accompagnata alla valorizzazione dei talenti di queste bambine e dei loro punti di forza, e non sminuirli, come ci dice il professor Pierluigi Politi, docente dell’università di Pavia. Su questa nota vi lascio un video di un discorso tenuto da una giovanissima ragazza Asperger, Rosie King, la quale ci dice che: “le persone sono così spaventate della varietà che cercano di far stare tutto dentro ad una minuscola scatola con un’etichetta ben precisa”; ci invita a celebrare la diversità invece di confinarla, e con il suo discorso ci pone una domanda ben precisa: perché tutti si preoccupano così tanto di essere normali?

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